Smart Work: ecco cos’è e come funziona

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smart-workSi chiama Smart Work e, fondamentalmente, è legato ad un’idea molto semplice: lavorare da casa (o in qualsiasi luogo tu sia), senza l’obbligo del cartellino. Ebbene si: si tratta di un’opzione che nel nostro paese, purtroppo, ha raggiunto solo il 5%, ma che lentamente sta convincendo tutti. Manager compresi. Vediamo insieme perchè!

Il 6 febbraio scorso, a Milano, si è tenuta la prima Giornata del Lavoro Agile: all’evento hanno partecipato 6000 persone, e sono quelle che hanno avuto la fortuna di provarlo per prime. Quqesto tipo di organizzazione flessibile del lavoro, in Italia, viene portato avanti da piccole aziende, oppure da multinazionali quali Siemens, Amadori, Barilla ed altre. Attualmente, come abbiamo detto, lo Smart Work coinvolge solo il 5% dei lavoratori, ma ciò che colpisce è che è effettuato principalmente dagli uomini (con il 72% di adesioni) che le donne (solo il 28%).

Eppure i vantaggi sono numerosi: innanzitutto, abbatte l’assenteismo, in quanto permette al lavoratore di affrontare senza problemi eventuali imprevisti personali, e all’azienda di affidare compiti importanti senza distinzioni. Inoltre, regala autonomia: si tratta di un aspetto non indifferente. Lo smart Work non solo permette di spostare il lavoro dall’ufficio a casa, ma anche di gestirlo nei momenti più opportuni (anche di notte!), e nel migliore dei modi.

Infine, taglia i costi dell’azienda (in quanto riduce eventuali postazioni, dando spazio a sale riunioni o a sale comuni), e migliora la qualità della vita: le persone che hanno provato questo tipo di lavoro, infatti, hanno visto una notevole diminuzione delle loro “spese fisse” (benzina, autostrada,…), a vantaggio della propria sfera personale.

Insomma, lo smart work potrebbe essere la soluzione del futuro. Peccato che, al momento, in Italia non si faccia pressione per fornire questa possibilità a tutti. Secondo alcune ricerche, lo smart work non ha ancora preso piede a causa della mentalità (fortemente tradizionalista) degli italiani. Speriamo che cambi…in fretta!

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