Cosa significa l’affidamento condiviso dei figli?

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famigliaIl tema è molto popolare, attuale e delicato perché riguarda l’argomento di genitori e figli in una condizione critica di rapporti di coppia non più armoniosi. Si dibatte molto della questione di rapporti di coppia in crisi, che coinvolgono sia le famiglie sia i figli. Ma cosa significa in particolare affidamento condiviso e come funziona?

Il termine ‘affidamento condiviso’ ci si riferisce alla modalità dell’esercizio della potestà genitoriale che, con la legge 50 del 2006, deve essere esercitata dai genitori in modo condiviso.
Ogni decisione relativa all’istruzione, all’educazione ed alla salute che riguardi i figli deve essere presa di comune accordo, considerando naturalmente anche la loro predisposizione naturale e le loro aspirazioni.

La domanda che spesso ci si pone se si è in procinto di separarsi dal proprio coniuge è se i figli debbano vivere con le loro madri, anche in caso di affidamento condiviso. Solitamente il minore viene “affidato” alle cure della madre che si dia il caso resti nella casa coniugale, e anche perché la madre è colei che viene percepita e giudicata come il genitore che può accudire il figlio minore al meglio, con le giuste cure e premure. Se però i genitori sono in accordo e i figli più grandi, in età adolescenziale ad esempio, si può anche decidere che essi trascorrano del tempo uguale sia con il padre che con la madre, presentando al Giudice un programma specifico e mirato a questa soluzione, eliminando la somma mensile di mantenimento. In questo caso i genitori dovranno contribuire soltanto al pagamento delle spese straordinarie extra in base alle loro capacità reddituali.

Nel caso in cui il padre volesse frequentare di più il proprio figlio, può farne richiesta in accordo con le abitudini del bambino, senza ledere la sua vita sociale o gli impegni scolastici e comunicandolo alla ex-coniuge con dell’anticipo.

Se il figlio, affidato ad un genitore, risentisse negativamente della presenza del nuovo compagno o convivente del genitore presso cui vive, possono subire una modifica le stesse condizioni dell’affidamento. In certi casi se tutto procede bene invece, e il minore coabita con il genitore e il nuovo compagno, possono cambiare le condizioni dell’assegno di mantenimento.

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