La vittoria di Trump costringe i principali analisti a rivedere i propri piani di approccio ai mercati finanziari. Ma cosa potrebbe accadere? È probabile che nell’immediato non accada nient’altro che la forma dell’odierno aumento della volatilità, una risposta tipica dei mercati e non certo sorprendente considerato quanto accaduto sul fronte elettorale: il calo generalizzato delle borse e delle altre attività di rischio, i tassi governativi dei Paesi core in discesa e lo spread in allargamento sono dunque delle reazioni organiche, tipiche del momento, considerato che – ripetiamo – l’evento era in parte inatteso e considerato che la Presidenza Trump presenta maggiori incognite per i mercati rispetto a una politica di continuità che avrebbe espresso una Presidenza Clinton.
Passando dal brevissimo al breve periodo (cioè, ai prossimi giorni e alle prossime settimane), tutto è incerto. Il discorso della vittoria di Trump è stato all’insegna del dialogo con toni concilianti e molto diversi a quelli ai quali il candidato repubblicano ci aveva abituato, quasi volesse contribuire ad attenuare l’incertezza. Anche questo non è però un clamoroso dietro front, visto e considerato che è frequente che le campagne elettorali siano caratterizzate da toni molto accesi che poi rientrano dopo il voto.
Ecco perché, nello scenario più positivo, è possibile che il top della volatilità i mercati lo stiamo vedendo proprio in questo momento, con l’incertezza che andrà a scemare da qui in avanti.
Ad ogni modo, solamente nel 2017, dopo che Trump si sarà insediato, sarà possibile saperne di più. Per il momento, pertanto, proverrà ancora a lungo un clima di grande incertezza e prudenza.