Una buona parte degli analisti fino a qualche settimana prediligeva una visione al rialzo del cambio euro dollaro, ma in seguito ai più recenti cambiamenti di scenari, sia politici che economici, si sono andate modificando completamente le stime.
Le agenzie d’affari americane hanno tagliato le previsioni del tasso di cambio euro-dollaro, con riferimento ad un orizzonte temporale di un anno.
Già verso la fine del 2013, la banca centrale americana, nelle sua stima semestrale, aveva indicato come quota 1,40, un valore quasi raggiunto alla metà dello scorso mese di marzo. Ora le proiezioni della Fed sono completamente invertite, con una stima a 6 mesi orientata verso una quota di 1,34-1,35.
In ogni caso il tasso di cambio euro/dollaro, fino alla conclusione dei primi sei mesi dell’anno, dovrebbe oscillare intorno all’area 1,38, anche se importanti variazioni sono attese a partire dalla seconda metà del 2014.
Le principali banche d’affari americane ritengono che per tutto il primo semestre la BCE sceglierà comunque una politica monetaria attendista, non adottando le misure forti annunciate più volte dallo stesso numero uno della Banca centrale Europea, Mario Draghi.
Solo nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, la Bce agirà per contrastare la eccessiva forza dell’euro, in modo da combattere la pericolosa “deflazione” che staziona sul Vecchio Continente.
Tecnicamente il cambio euro dollaro rimane, almeno in questo momento e per periodi piuttosto brevi, positivo, con una quotazione che dovrebbe oscillare intorno ad un’area compresa nel range 1,381/1,3840.
Gli analisti comunque ritengono che non è da escludere una nuova corsa verso quota 1,39-1,3950, ma dalla fine di giugno è comunque previsto un forte ritracciamento, in attesa di conoscere quali saranno le mosse e le contromisure che prenderanno Mario Draghi e la Banca centrale Europea.